Quando un bambino “vuole un cucciolo”
Istruzioni per l’uso
È importante fare un’attenta riflessione quando decidiamo di prendere in
casa un cucciolo e chiederci quanto siamo disposti ad impegnarci per
tenerlo, se abbiamo voglia di sottrarre del tempo alle nostre attività per
dedicarlo al cucciolo, se siamo disposti a portarlo con noi in vacanza, o a
tollerare che la casa non sarà perfettamente in ordine, perché un cucciolo in casa non occupa solo uno spazio fisico, come un mobile, ma ci chiede
conto, vuole fare delle cose con noi e fa anche delle monellerie, come tutti i
bambini. Insomma la nostra casa diventa anche la “sua” casa.
- Cosa fare quando il cucciolo arriva in casa?
- Qual è la prima cosa che dobbiamo insegnare al cucciolo?
- Dove può dormire?
Fatta questa necessaria riflessione e se abbiamo accettato che prendere un
cucciolo, oltre ad essere una cosa meravigliosa, vuol dire anche fare
qualche sacrificio, per il bene nostro ma anche e soprattutto del cucciolo,
possiamo decidere di prenderne uno. Dobbiamo prima però ottenere dai
genitori due cose:
- il loro consenso
- il loro impegno ad occuparsene
Noi possiamo dare loro una mano, ma la responsabilità è dei genitori. Non
basta infatti diventare “proprietari” di un cucciolo, ma bisogna anche
occuparsene.
Cosa fare quando il cucciolo arriva in casa?
A questo punto abbiamo il cucciolo in casa e dobbiamo fare alcune cose.
Dobbiamo portarlo dal medico veterinario per registrarlo all’anagrafe
canina per controllare che tutto vada bene e per fare i vaccini. Ma
dobbiamo anche educarlo, farlo giocare ed imparare la sua “lingua” per
capirlo e per comunicare correttamente con lui. Tutto questo è
indispensabile se vogliamo che l’esperienza di convivere con un cane sia
una cosa bellissima, in caso contrario potrebbe diventare un “incubo”!
Qual è la prima cosa che dobbiamo insegnare al cucciolo?
La prima cosa che dobbiamo insegnare al cucciolo è dove fare pipì e cacca.
Il cucciolo di solito ha tutta la casa a disposizione e siccome fino a quattro
mesi di età non è capace di trattenerla a lungo, la fa dove gli capita: sui
tappeti, in salotto, in cucina e via dicendo. Certo è normale che gli scappi di
farla in casa ma noi dobbiamo insegnargli che si fa fuori. Naturalmente non dobbiamo usare punizioni come “batterlo” col giornale o strofinandogli il muso sulla pipì o rimproverandolo a parole “monello cosa hai fatto?” Non
solo non ci capisce, ma comincia ad avere paura di noi. Se poi gli insegniamo a farla sul giornale in casa, sarà più difficile fargli capire che si
fa solo fuori.
Cosa dobbiamo fare quindi? Dobbiamo portarlo fuori da subito, anche se
non ha fatto le vaccinazioni. Dobbiamo uscirlo spesso, circa ogni due ore:
dopo ogni pasto, ogni sonnellino, ogni volta che ha giocato.
Quando siamo fuori col cucciolo aspettiamo che si metta ad annusare per trovare qualche traccia odorosa interessante e che faccia pipì e cacca; dopo che ha fatto tutto gli diamo un piccolo pezzettino di cibo a lui gradito come premio e gli facciamo tante coccole.
Se invece capita che la fa in casa davanti a noi (ricordiamoci che fino a
quattro mesi non è capace di trattenersi), senza dirgli nulla lo solleviamo
con due mani (anche se la sta facendo) e lo portiamo fuori, aspettiamo che
finisca e poi lo premiamo con coccole e qualche bocconcino.
Una cosa importantissima che dobbiamo ricordarci di fare, quando
portiamo il cucciolo fuori a sporcare, è quella di raccogliere la cacca con
l’apposita paletta e sacchetto, che vendono nei negozi per animali,
raccoglierla e gettarla nel cassonetto. Oltre ad essere una norma di legge è
specialmente una norma di buona educazione civica, come quella di non
buttare la carta per terra.
Dove può dormire?
Un’altra cosa che dobbiamo fare è quella di insegnargli qual è il suo posto
per riposare e per dormire. Appena arrivato a casa bisogna lasciare al
cucciolo una stanza sola a disposizione con un bel materassino caldo e
confortevole e dargli il tempo di ambientarsi, rispettando i suoi tempi.
In questo modo lo abitueremo ad avere uno spazio a lui dedicato, sicuro e
protetto, dove potrà stare per riposare e dove non dovrà essere disturbato.
In questo spazio sistemiamo la sua brandina/materassino che quindi non
dovrà essere messa in un punto di passaggio o movimentato della casa.
A questa età il cucciolo dormirebbe con la madre e i fratelli, quindi i primi
giorni lo terremo in camera con noi, vicino al letto, e non sul letto, e se si
lamenta gli mettiamo la nostra mano vicino, in questo modo si tranquillizza
e si riaddormenta. Così facendo non piangerà e non si sveglierà durante la
notte sporcando per casa.
Successivamente dobbiamo assegnargli un posto dove possa imparare gradualmente a restare solo senza combinare guai. Questo posto nuovo non
deve essere una prigione, ma una stanza da gioco. I giochi speciali si usano
solo in questa condizione, come ad esempio le bacchettine di pelle di
bufalo, che sono un ottimo passatempo per il cucciolo.
Queste sono alcune delle indicazioni principali che bisogna adottare
quando si decide di prendere un cucciolo, ma bisogna sapere tante altre
cose, che si possono imparare anche attraverso delle lezioni specifiche fatte
a scuola dall’educatore cinofilo.
Per concludere possiamo dire che iniziare un percorso educativo da
cucciolo è più facile, un cane adulto avrà già acquisito delle cattive
abitudini e sarà difficile, in alcuni casi impossibile, attuare dei
cambiamenti. Un cane equilibrato, educato e ben socializzato vi potrà
seguire ovunque. Sarà piacevole e divertente avere un cane che non da’
noia, bensì gratificazione per la sua compagnia. Inoltre un cane educato
sarà felice perché farà cose interessanti con i proprietari, perché non si
annoierà e perché non sarà rimproverato in continuazione, o punito,
emarginato o isolato perché non riusciamo a gestirlo.
Quindi il momento migliore per educare un cane è quando è cucciolo, o
meglio dal momento in cui entra in casa, dopo potrebbe essere troppo tardi
e certamente più faticoso.
In definitiva, non basta desiderare un cane, volerlo, o volergli bene, ma
bisogna anche imparare a conoscerlo, a rispettarlo e ad educarlo. Così
saremo tutti più felici e nessuno soffrirà.
Gaspare Petrantoni