La cittadinanza del cane
Sull’anagrafe canina
La legge 281 del ’91 in materia di randagismo e tutela degli animali d’affezione ha sancito per il cane, con l’istituzione dell’anagrafe canina, un vero e proprio diritto di cittadinanza, riconoscendogli, conseguentemente diritti e doveri.
Nella fattispecie i diritti sono appannaggio del cane mentre i doveri sono a carico del suo partner umano.
Uno dei diritti del cane è di essere iscritto all’anagrafe entro due mesi dalla nascita. Il partner umano ha il dovere di farlo, essendo questo uno strumento che tutela il cane attraverso la sua tracciabilità.
Le autorità competenti devono intervenire promuovendo campagne di sensibilizzazione, disponendo controlli capillari e sanzionando i trasgressori perché se si emanano delle regole si devono, poi, far rispettare, altrimenti non sortiscono alcun risultato, se non quello di diseducare . I cittadini possessori di un cane devono, pertanto, provvedere alla sua iscrizione, recandosi presso le strutture pubbliche dove l’applicazione del microchip è gratuita, o presso gli ambulatori veterinari dove è a pagamento. Devono presentarsi muniti di fotocopia di un documento d’identità e della tessera sanitaria, devono comunicare il numero di microchip della madre del cane da iscrivere. Ciò significa che chi ha una cucciolata da regalare o, essendo un allevatore, da vendere deve iscrivere i cuccioli a suo nome e, poi, fare i passaggi di proprietà all’atto della cessione dei cuccioli.
L’iscrizione all’anagrafe è un atto fondamentale nella tutela dei cani, e uno strumento importante nella prevenzione del randagismo. Pertanto chi tiene al proprio cane avrà tutto l’interesse per farlo, chi è chiamato a far rispettare la legge avrà tutto l’interesse di farlo fare attraverso i controlli e, se necessario, attraverso le sanzioni previste dalla legge.