Sul trattamento antiparassitario
Con una certe frequenza mi capita di controllare i libretti sanitari di alcuni cuccioli e osservare come in essi, oltre alle vaccinazioni, siano riportati gli esami coprologici generalmente due a distanza di una settimana l’uno dall’altro e in aggiunta il trattamento con un farmaco che agisce sui nematelminti.
Nulla da eccepire, anzi!
Giusto, specialmente quando si tratta di un esame che precede la vaccinazione, fare l’esame delle feci perché oltre ai soliti parassiti: ascaridi, ancylostomi etc. sui quali i comuni farmaci antiparassitari agiscono ci possono essere altri quali ad esempio i coccidi che vanno trattati con tutt’altra terapia.
Giusto fare più esami perché può accadere che al momento del prelievo delle feci non ci sia stata produzione di uova da parte di parassiti adulti che pure infestano il cucciolo.
Giusto aggiungere a queste precauzioni comunque un trattamento antiparassitario per maggiore sicurezza e quindi preservazione della salute del cucciolo e certezza dell’efficacia del trattamento vaccinale.
Ma una cosa mi lascia perplesso: se si è così meticolosi considerando che non sempre l’esame coprologico può rilevare la presenza dei cestodi (i cosiddetti vermi piatti) perché somministrare un farmaco che agisce sui nematelminti (i cosiddetti vermi tondi) e non invece uno a largo spettro che agisca su entrambi?