Neosporosi nel cane. Diagnosi e terapia.
Che cos’è la neosporosi? E per quali motivi è tanto temuta dai proprietari dei cani? Non tutti conoscono questo parassita, eppure tutte le volte che ne si fa la conoscenza si rimane un po’ impauriti per le conseguenze che può avere sui nostri amici a quattro zampe. Vediamo nel dettaglio cosa sia la neosporosi nel cane, la diagnosi e la terapia.
Il neospora caninum è un protozoo ed un parassita intracellulare obbligato (ovvero può compiere il suo ciclo vitale soltanto all’interno di un ospite) che causa la neosporosi in diverse specie animali.
Prima di parlare dei rischi per la salute dei nostri animali, vediamo come “funziona” la vita di questo parassita.
- Ciclo vitale
- Chi può contrarre la neosporosi?
- Quando far visitare il cane al veterinario?
- Sintomi
- Terapia
- Prevenzione
Ciclo vitale
Il neospora, come molti altri parassiti, ha due tipi di ospiti: uno intermedio (es. bovini) e uno definitivo (cane); e tre stadi infettivi: tachizoita (fase acuta), bradizoita (fase cronica), oocisti (fase riproduttiva).
Il neospora caninum infetta il nostro cane in due modi:
per via transplacentare (durante la gravidanza) dalla madre ai cuccioli
per ingestione di materiale infetto (feci, cibo contaminato).
Il primo caso di infezione è abbastanza intuitivo: nella cagna in gravidanza, il parassita approfitta del calo fisiologico delle difese immunitarie ed infetta il feto.
Il secondo caso di infezione è più complesso e possiamo dividerlo in due casi distinti:
ingestione di feci infette:
nelle feci infette troviamo l’ultimo stadio riproduttivo del parassita: le oocisti, queste sacche sono protette dagli agenti esterni da una membrana esterna (possono resistere mesi o addirittura anni!) e maturano in sporozoiti, gli agenti infettanti
ingestione di carne infetta:
nella carne infetta troviamo invece i bradizoiti incistati. Le cisti, che proteggono il parassita, una volta digerite, liberano i bradizoiti che si trasformano in tachizoiti infettando le cellule dell’ospite, moltiplicandosi.
In altre parole, il nostro parassita ha la capacità di trasformarsi a seconda delle condizioni in cui si trova. La fase di riproduzione all’interno dell’ospite è quella di tachizoita. In questa fase entra all’interno delle cellule e forma dei vacuoli dove si riproduce ad oltranza fino a rompere la cellula, liberando così altre migliaia di tachizoiti che infettano altre cellule.
A questo punto entra in gioco il sistema immunitario, che distruggere tutti i tachizoiti che trova in circolo.
Purtroppo questo non basta.
Il parassita sentendosi minacciato si incista, arresta la riproduzione e si incista nei muscoli e nel sistema nervoso centrale, trasformandosi in bradizoita.
All’interno delle cisti è inattaccabile dal sistema immunitario assicurandosi la sopravvivenza.
Chi può contrarre la neosporosi?
Diverse speci tra cui bovidi (asintomatico, agente abortigeno) e canidi.
Quando far visitare il cane al veterinario?
I campanelli d’allarme, che possono farci pensare ad un’infezione da neospora, sono:
atrofia
iperestesia
gonfiore muscolare
Sintomi
In generale, se il cane contrae la patologia da adulto non presenta sintomi clinici.
Il cucciolo, sotto i sei mesi, presenta anormalità a carico del sistema nervoso e muscolare a partire dalla terza settimana, principalmente:
atrofia degli arti anteriori o posteriori
paralisi degli arti anteriori o posteriori (i posteriori sono maggiormente affetti)
rigidità muscolare
Altri sintomi riguardano:
diarrea
incoordinazione
polmonite
enterite fibrino-emorragica
miocardite
encefalite non purulenta
Purtroppo la neosporosi, soprattutto se diagnosticata in ritardo può portare a paralisi, infiammazione cronica dei muscoli o del sistema nervoso e morte.
Diagnosi
Si possono usare diverse tecniche diagnostiche, sia dirette che indirette.
In breve:
Dirette (osservazione diretta del parassita):
esame delle feci: si cerca al microscopio la presenza di oocisti, è poco costosa e rapida, ma può risultare negativa anche se il cane è infetto
immunoistochimica, istopatologia, diagnostica molecolare: vengono utilizzate solo in caso di aborto. Richiedono campioni di tessuto.
Indirette (osservazione della risposta dell’ospite al parassita – es. anticorpi)
IFAT ed ELISA sono le tecniche più utilizzate. Sono esami sierologici che indagano la presenza di anticorpi nel sangue.
Terapia
Non esiste un vaccino e la terapia non sempre è efficace.
E’ importante che la diagnosi sia fatta dopo poco tempo dall’infezione.
Il farmaco utilizzato per il cane è la clindamicina.
Prevenzione
Nonostante la gravità della patologia possiamo usare delle strategie di prevenzione. Il nostro cane non deve mai avere accesso a placente, feti abortiti, carne cruda o non sufficientemente cotta. Sia in campagna che in città occorre prestare particolare attenzione alle feci degli altri cani, che il nostro potrebbe annusare e mangiare.